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mercoledì 15 febbraio 2012

Intervista a Matteo Strukul (Revolver Ed.)


Ti serve un Revolver? Vai in libreria

Edizioni BD ha da pochissimo inaugurato una nuova collana, Revolver, di cui apripista sono “Sinfonia di piombo” di Victor Gischler e i “I fuochi del Nord” di Derek Nikitas. Esperimento letterario che, pur inquadrandosi nel grande panorama noir, spazia dall’hard boiled al pulp e oltre, contaminando i generi con una propulsione che travalica le etichette, Revolver avvera la volontà di toccare il «confine sottile che corre fra romanzo, fumetto, sceneggiatura e storyboard».
Ho intervistato il direttore della collana, il giovane e talentuoso Matteo Strukul, nato a Padova nel 1973, è uno scrittore italiano scoperto da Massimo Carlotto. Ha pubblicato per le edizioni E/O, Collezione Sabot/Age (collana diretta da Colomba Rossi e curata da Massimo Carlotto) il suo debutto letterario "La Ballata di Mila", un romanzo sugarpulp ambientato in Veneto con protagonista la bounty hunter Mila Zago. Laureato in giurisprudenza e dottore di ricerca in diritto europeo dei contratti, Matteo Strukul è ideatore e fondatore (assieme a Matteo Righetto) di Sugarpulp, movimento letterario veneto che ha avuto la benedizione di Joe R. Lansdale e Victor Gischler.
Ha scritto articoli per riviste musicali - Buscadero, Jam, Classix - e quotidiani - Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso e La Nuova di Venezia e Mestre – e firmato due biografie: su Massimo Bubola e Massimo Priviero. Già responsabile dell’ufficio stampa di Meridiano Zero, è direttore artistico dello SUGARPULP FESTIVAL, convention patavina di respiro internazionale dedicata alla letteratura e al fumetto pulp-noir. Nel 2011, Matteo ha iniziato a collaborare con Alessandro Vitti, artista per MARVEL e BONELLI, alla realizzazione a fumetti delle avventure di Mila Zago - Red Dread. Recentemente, Matteo ha lasciato Meridiano Zero per dirigere REVOLVER il nuovo marchio editoriale di Edizioni BD (una delle major del fumetto italiano) che ha debuttato il 9 febbraio 2012 in tutte le librerie italiane con la promo-distribuzione di Messaggerie Libri: un nuovo progetto di letteratura noir-crime con dieci autori straordinari fra i quali spiccano Victor Gischler, nuovo, indiscusso maestro del nero americano, e lo scozzese Allan Guthrie definito dal Guardian: “il re del tartan noir”. Matteo vive insieme a sua moglie Silvia fra Padova e Berlino.


Marilù Oliva: Parto subito con una domanda bastarda che ho già rivolto al tuo direttore, Marco Schiavone. Io vi guardo con molta curiosità, anche perché i primi due titoli che pubblicherete sono “Sinfonia di piombo”di Victor Gischler e “I fuochi del Nord” di Derek Nikitas (ogni anno usciranno undici romanzi). Però faccio l’avvocato del diavolo e ti chiedo cosa rispondi a quelli che potrebbero obiettare: “Ma non ci sono già abbastanza collane noir/hard boiled, in giro”?

Matteo Strukul: Bella domanda. Rispondo dicendo che hai ragione e tuttavia in questo caso con Revolver tentiamo di fare qualcosa di diverso: per esempio i nostri romanzi nulla c’entrano con la neonata Time-Crime di Fanucci o con il Noir di E/O e nemmeno con i thriller di Newton Compton, lo dico a scanso di equivoci. Anzi, ciascuno di noi, secondo me propone qualcosa di diverso e per certi aspetti, se noi italiani leggessimo di più, di complementare. Per parte nostra proviamo a proporre i nuovi grandi talenti di una narrativa popolare che mescola i generi contaminandoli, anche se alla base, è vero, c’è il noir o l’hard boiled. D’altra parte se pensi che nel romanzo di Gischler le protagoniste sono tre sorelle killer, in quello di Nikitas una ragazzina un po’ punk, una detective e una gang di motociclisti; in Allan Guthrie un secondino vittima di colleghi e carcerati e in Russel D. Mclean finalmente un vero detective privato, ti rendi conto dell’eterogeneità e delle mille strade percorse dal genere che proponiamo: una marmellata di stili e suggestioni che mescola il pulp, il noir, l’hard boiled, il thriller, lo splatter, il gore. E che poi centrifuga tutta questa jam in un mix di linguaggi narrativi: romanzo, fumetto, film e videogame. Insomma, questi sono autori che non ha fatto ancora nessuno, o quasi. E non perché siamo più belli degli altri, ci mancherebbe, ma perché abbiamo deciso di proporre una rinnovazione del genere mettendone a nudo tutte le contaminazioni, gli incroci, gli impasti possibili. In questo senso la nostra è una scelta di campo che ci differenzia molto da qualsiasi altro editore.

MO: Come nasce una collana? Ci racconti un aneddoto da dietro le quinte?

MS: Be’ devi conoscere la materia anzitutto. Ormai leggo due romanzi in lingua originale al giorno, più o meno. E vorrei leggerne di più. Solo una conoscenza enciclopedica di una fetta di narrativa ti permette di avere le competenze per scegliere buoni romanzi. Americani, scozzesi, irlandesi, inglesi, tedeschi, be’ non hanno segreti per me. Vado a snidarli con certosina pazienza, surfando in internet e ordinando libri. Il vero problema è che fra un po’ non so più dove li metterò. I libri. Quindi, anzitutto, direi di prepararsi molto. Di studiare il genere o i generi che si vogliono pubblicare. Poi serve un editore di qualità e coraggioso – specie in tempi come questi – entusiasta del progetto, che condivida la tua linea, che ci investa dei soldi. Revolver è splendida in ogni dettaglio: i materiali, la sovraccoperta morbida, le illustrazioni da collezione di Davide Furnò, la grafica aggressiva, i prezzi contenuti, la cura straordinaria dell’editing, la qualità delle traduzioni. Tutto contribuisce a fare una buona collana. Be’ la collana è nata a Torino 2011. Personalmente volevo andarmene da Meridiano Zero perché non riuscivo più a lavorare, avevo finito gli stimoli e così mi sono ritrovato a parlare con Marco Schiavone davanti a una birra. Gli ho esposto il progetto e ne abbiamo parlato anche con Andrea Ferrari. E, diavolo, parlavamo la stessa lingua. Stesse idee, stessi autori, stesso background. Io conoscevo vita, morte e miracoli di BD sia come editore di fumetti – ovviamente - che di libri – hanno pubblicato romanzi di Megan Abbott, Joe R. Lansdale, Alan Moore, Greg Rucka, Craig Davidson – e trovavo avessero una linea piena di grinta, entusiasmo, colore e coerenza. Proprio quello che cercavo io. Be’, loro hanno poi parlato anche con Tito Faraci e Giorgio Cantù e…eccomi qua. E ho una voglia pazzesca di stare con loro per almeno dieci anni. Speriamo di fare bene.

MO: I primi due titoli in catalogo sono stranieri: sarà una collana tutta estera o siete attenti anche al panorama italiano?

MS: Ovviamente siamo molto attenti al panorama italiano ma il panorama italiano deve stare attento a noi eh eh. Mi spiego: la linea di Revolver è molto precisa. Voglio dire è nato prima il manifesto programmatico e su quello la collana ha trovato il proprio fondamento. Perciò chi vuole mandarci un manoscritto lo faccia e lo faccia con convinzione MA DEVE LEGGERSI attentamente quello che facciamo perché il rischio altrimenti è di vedersi bocciato il lavoro al 100% Insomma, mi pare chiaro quello che vogliamo: storie moderne, affascinanti, pop, violente, appassionate e appassionanti, con ritmo – ehi non necessariamente e sempre adrenalinico ma il ritmo è fondamentale, se non c’è ritmo non c’è musica e se il romanzo non suona per quanto mi riguarda è meglio lavorarci ancora – insomma ci serve un italiano come Gischler o come Nikitas, Guthrie o Mclean e quelli che arriveranno. Un consiglio agli aspiranti scrittori: se volete lavorare con noi leggetevi i nostri libri, per proporci qualcosa in modo convincente dovete conoscerci altrimenti di cosa stiamo parlando? Però se ci conoscete, avete una buona scrittura, e mettete insieme storie che stanno al livello di quelle di questi autori, ehi ragazzi siete quello che fa per noi. E non vedo l’ora di trovare un autore italiano con queste caratteristiche!

MO: E a proposito di panorama italiano: come lo vedi?

MS: Mah, ultimamente sono usciti autori interessanti, soprattutto autrici, cito Marilù Oliva, Francesca Bertuzzi e Lorenza Ghinelli e non tagliare il tuo nome please. Le storie narrate da queste autrici sono spiazzanti, hanno un’estetica, un gusto, un taglio innovativo e originale. Si fa presto a dire che Newton vende perché fa i libri a 9,90. Niente di più sbagliato secondo me. Pubblicano ottime storie, buoni libri, con una grafica aggressiva, dei titoli che hanno un loro mood, e costano poco e adesso gli altri li stanno imitando, sarà un caso? Non credo proprio e trovo geniale che riescano a piazzare gli esordienti italiani in classifica. C’è qualcosa di più bello? Raffaello Avanzini c’ha preso e non è la prima volta. Onore al suo intuito e alla sua capacità di conquistare spazio sul mercato. Dopo di che appunto ci sono autori che pubblicano con Elliot, bella casa editrice, che ho apprezzato, come la tua omonima eh eh, e poi mi è piaciuto molto il romanzo di Paolo Roversi – Milano Criminale – anche se lui non è certo uno di primo pelo ma un autore affermato, però dicevo ha scritto proprio un bel romanzo. Mi piace anche come sta lavorando Keller, hanno pubblicato Richard Aleas, e Aìsara – Helenà autore francese da urlo peraltro se non sbaglio scoperto da Massimo Carlotto. Ecco, Massimo Carlotto: fantastico come si sia dedicato all’editoria in questi ultimi anni mettendosi, insieme a Colomba Rossi, in prima linea e, per certi aspetti, rimettendosi in gioco ma mi fermo qui perché non voglio fare spot. Però Sabot/age è una figata. Mi sono piaciuti tantissimo anche i thriller di E/O cartonati ed elegantissimi anche se sono stati – mi pare – colposamente poco seguiti. Il che è semplicemente una follia considerato che hanno pubblicato uno dei romanzi noir più belli degli ultimi dieci anni: “Borderlords” pubblicato con il titolo “Sicarios”, di T. Jefferson Parker, uno che ha vinto l’Edgar tre volte. No, dico ce ne rendiamo conto? Credo l’unico ad esserci riuscito nella storia della letteratura crime mondiale. Quel libro in Italia dovrebbe vendere almeno un milione di copie, spero che quelli che mancano all’appello per fare quel numero si sveglino. Sembra uno Stephen King in viaggio anfetaminico. Quindi il panorama editoriale italiano lo vedo molto bene, c’è offerta varia e intelligente. I lettori secondo me dovrebbero semplicemente aumentare ma ci riusciremo solo abbassando i prezzi dei libri – considerata la crisi – e facendo loro capire che i Festival letterari – secondo me una risorsa straordinaria – sono momenti in cui è possibile vivere un’incredibile avventura umana senza nemmeno pagare il prezzo del biglietto. Anzi no, il biglietto c’è… comprate almeno qualche libro degli autori presenti: se vi sono piaciuti, se vi hanno convinto, se li avete conosciuti e vi siete divertiti. Io credo che le persone abbiano bisogno di fare quadrato, di confrontarsi, di condividere vino e cultura oggi più che mai. Andiamo tutti in Valpolicella dannazione! O magari al Festival Sugarpulp, eh eh.

MO: Ho notato che i primi due titoli sono di autori: è un caso o avete già deciso che sarà una collana esclusivamente al maschile?

MS: No, allora, sto disperatamente cercando delle autrici, ma mi serve il taglio di cui sopra e alcune di quelle che mi interessavano me le hanno già prese. Ad esempio Belinda Bauer l’ha già pubblicata Marsilio e Megan Abbott è già stata pubblicata da BD e adesso se non sbaglio se l’è presa Bompiani. Però non dispero, insomma so che è una questione di tempo e forse proprio in questi giorni ne ho trovata una ma non diciamo niente, vediamo prossimamente. Ovviamente se nel frattempo mi arriva un manoscritto di una brava autrice italiana pieno di sparatorie, duelli, rapine, morti, inseguimenti… cavoli mi farò fare a pezzi pur di pubblicarlo! C’è qualcuno? Però, occhio, ritmo baby ritmo e, per piacere, non voglio come protagonista una poliziotta o un’anatomopatologa. Una giornalista? Una tossica? Una narcotrafficante? Una pornodiva arrabbiata? Ok ci siamo! Dai, dai, dai!

MO: I requisiti che richiedete a un manoscritto: cosa deve avere di speciale per entrare nella scuderia Revolver?

MS: Serve una storia anzitutto, non vogliamo solipsismi o filosofia, vogliamo divertirci, se ti do il mio tempo e il mio denaro devi farmi divertire. E lo devi fare in modo intelligente. Devi farmi ridere in una pagina e magari piangere in quella dopo. Devi avere una voce, un tono, devi avere il ritmo nel sangue non importa se è rock, metal o blues, ehi va bene anche qualcosa di più classico, magari una messa da Requiem! Ad esempio quanto noir è il Requiem di Wolfgang? Mettiamola così: a noi va bene da Tim Willocks fino a Victor Gischler, da Massimo Carlotto fino a Joe R. Lansdale, da Cormac McCarthy fino a Josh Bazell, da Friedrich Schiller fino a Emilio Salgari, chiaro no? Da Sergio Leone fino a Robert Rodriguez. Vuoi essere lento? Allora ti voglio epico e tragico. Vuoi essere veloce? Allora ti voglio brillante e corrosivo. Niente banalità, niente autoindulgenza. Non mi raccontare la tua vita, non la comprerò mai e non la leggerò mai. Inventa, inventa, inventa. Crea, lasciati sedurre dai personaggi che inventi e lasciagli raccontare la loro storia. Riuscirai a creare dei personaggi del genere? Dai, secondo me sì! Ma devi sputare sangue baby!

MO: Ci anticipi il nome di qualche autore e ci spieghi perché l’avete voluto in catalogo?

MS: Ok: Brian McGilloway, irlandese, autore di un police procedural, quindi siamo nella classica indagine di polizia. Ma c’è una storia pazzesca sotto che è da capolavoro della letteratura, c’è un anello attorno a cui ruota tutto, c’è un’Irlanda del Nord spazzata dalla neve fischiante, ci sono adolescenti uccisi e donne ferite, un grande, tragico affresco che secondo me ha tutte le carte per piacere al pubblico. Come mescolare William Saroyan e Ken Bruen. E poi dall’altra parte c’è una bellissima black comedy, un favoloso romanzo di P. G. Sturgess che potrebbe ricordare il miglior Elmore Leonard o il Carl Hiaasen di Basket Case.

MO: Tu sei anche uno scrittore: hai da poco esordito per la collana Sabot/age di e/o col romanzo “La ballata di Mila”. È stato difficile costruire questa eroina-giustiziera calandosi in un punto di vista femminile?

MS: Molto. Ma per certi aspetti era troppo bello avere un personaggio come Mila perché semplicemente non esisteva. E infatti sta piacendo tantissimo. Continuano a chiedermi un sequel che sto scrivendo e che sarà una storia delirante e violentissima e che tratterà il tema della sopraffazione delle Donne in questo Paese, un tema declinato in una serie di ipotesi, alcune limite, altre molto normali. Solo che questa volta c’è di mezzo Mila e quindi, auguri maschietti! Nel frattempo uscirà un fumetto diviso in due parti, quindi tre albi: due di storia e uno speciale art book che documenta il work in progress, insomma un’altra storia di Mila a.k.a. Red Dread, questa volta uno sugar-horror-pulp ambientato sul Delta del Po. Con, in più, il vantaggio di poter godere dei disegni di Alessandro Vitti. Insomma, Mila for ever.

MO: In che genere/i inquadreresti “La ballata di Mila”?

MS: Un’unica risposta possibile: Sugarpulp. Un mix fra pulp e noir ambientato a Nordest fra ippodromi, mafia cinese, criminali veneti, l’altopiano di Asiago e la Bassa.

MO: Progetti?

MS: Molti: il sequel di Mila, il fumetto di Mila, una black comedy, un romanzo storico, una trilogia con i vampiri.

MO: Salutaci con una citazione da Mila

MS: Ciao baby, prova a picchiare più forte la prossima volta.


Intervista di Marilù Oliva

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